Se ci mettiamo in cammino, se usciamo od entriamo, se ci vestiamo, se ci laviamo o andiamo a mensa, a letto, se ci poniamo a sedere, in queste e in tutte le nostre azioni ci segniamo la fronte col segno di croce”: farsi il “segno della croce” è un piccolo e antichissimo gesto che risale almeno a Tertulliano, il padre della Chiesa antica che visse fra il 160 e il 220 d.C. Quando tracciamo su di noi questo piccolo gesto, senza troppe parole, noi proclamiamo che il mistero di Dio Trinità non è una questione di matematica, ma di fraternità e comunione tra 3 persone, quali sono il Padre, suo Figlio Gesù (che ci ha fatto conoscere il suo e nostro Papà) e lo Spirito Santo (il dono più grande che ci viene dalla Pasqua di Gesù): lasciamoci penetrare e attirare anche noi da questo mistero e guardiamo anche noi all’Altro e agli altri, non come se fossero dei numeri; riconosciamo in loro volti e persone concrete da amare e con cui costruire fraternità, comunione e collaborazione.

Un’altra verità che il segno della croce ci manifesta del mistero di Dio Trinità è che queste 3 persone sono tra loro “legate insieme” dalla croce su cui Gesù ha offerto la sua vita, amandoci “fino in fondo” e, proprio per questo, invitano anche noi ad imparare da loro che cosa sia il vero amore, quello cioè che non si ferma al primo ostacolo o difficoltà. Dio è fraternità e comunione d’amore dunque: ogni volta che non cediamo alla tentazione di “farci la guerra” gli uni gli altri, ma desideriamo “costruire ponti” tra le persone, noi siamo veramente suoi discepoli che cercano di lasciarlo agire nella loro vita.

E poi, il Vangelo ci ricorda un altro tratto importante di Dio Trinità: Dio “non sta mai fermo”, Dio è “missione”. Lui è continuamente in movimento, perché si preoccupa del bene di tutti gli uomini: ogni volta che anche noi decidiamo di alzarci dai nostri divani per fare qualcosa di bello e di buono per gli altri, siamo veri discepoli di un Dio così!                                                 

Buona domenica! don Alberto