III DOMENICA DOPO PENTECOSTE
“Rabbi Shneur Zalman era stato calunniato ingiustamente presso le autorità da uno dei suoi avversari, che condannavano la sua dottrina e la sua condotta ed era stato incarcerato a Pietroburgo. Un giorno, mentre attendeva di comparire davanti al tribunale, il comandante delle guardie entrò nella sua cella. Di fronte al volto fiero e immobile del Rabbi che, assorto, non lo aveva notato subito, quest’uomo si fece pensieroso e intuì la qualità umana del prigioniero. Si mise a conversare con lui e non esitò ad affrontare le questioni più varie che si era sempre posto leggendo la Scrittura. Alla fine chiese: “Come bisogna interpretare che Dio Onnisciente dica ad Adamo: «Dove sei?». “Credete voi – rispose il Rav – che la Scrittura è eterna e che abbraccia tutti i tempi, tutte le generazioni e tutti gli individui?”. “Sì, lo credo”, disse. “Ebbene – riprese lo zaddik – in ogni tempo Dio interpella ogni uomo: ‘Dove sei nel tuo mondo? Dei giorni e degli anni a te assegnati ne sono già trascorsi molti: nel frattempo tu fin dove sei arrivato nel tuo mondo?’. Dio dice per esempio: ‘Ecco, sono già quarantasei anni che sei in vita. Dove ti trovi?’”. All’udire il numero esatto dei suoi anni, il comandante si controllò a stento, posò la mano sulla spalla del Rav ed esclamò: “Bravo!”; ma il cuore gli tremava”.

Anche a noi, questo racconto, che parte da una domanda che Dio rivolge ad Adamo nella prima lettura, ci fa chiedere, con un po’ di tremore: “E io, dove sono? A che punto della mi vita mi trovo? Che senso le sto dando?”.
La Parola di Dio sembra volerci stimolare nel continuare a fare dei passi nella direzione che ci permetta di accogliere in noi la vita nuova che ci è stata donata da Gesù con lo Spirito Santo: allontanandoci cioè da una vita che si perde per la strada della diffidenza e della sfiducia nei confronti di Dio e degli altri, per incamminarci, invece, in una che ci apra ad una fede e fiducia sempre più grandi.
Buona domenica! don Alberto