IX DOMENICA DOPO PENTECOSTE

“Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me”: è il grido con il quale l’uomo di Gerico, in un altro passo dei Vangeli, si rivolge a Gesù e che gli permette di essere guarito dalla propria cecità. Noi non siamo abituati a invocare Gesù come “figlio di Davide”, ma in questa domenica la parola di Dio ce lo presenta proprio così. Allora possiamo chiederci: in che modo questo titolo di Gesù, potrebbe aiutarci a pregare e a vivere da suoi discepoli?
– Il brano del primo libro di Samuele, ci aiuta ad inserire Gesù nella storia della salvezza in cui Dio ha scelto un piccolo popolo, quello di Israele, attraverso il quale rivelarsi e farsi conoscere al mondo; e tra gli 8 figli di Iesse, ha scelto quello che non era nemmeno stato considerato per regnare sul suo popolo. Dentro questa storia, per noi cristiani, Gesù è il “messia”, l’”inviato”, il “consacrato”, discendente di Davide, nel quale Dio si manifesta nel modo più grande possibile. Dio parte dunque da ciò che è piccolo, da ciò che sembra insignificante, da ciò che siamo abituati ad escludere, per rivelarsi in tutto il suo amore per noi, così da non lasciare indietro nessuno: “l’uomo vede l’apparenza, il Signore vede il cuore”. Potrebbe essere una prima pista di riflessione, di preghiera e di verifica della nostra vita in questa settimana, per imparare a pensare e ad agire come Dio.
– Il brano di 2 Timoteo e quello del Vangelo di Matteo, a partire dalla discendenza davidica di Gesù, ci portano a intuire la “singolarità” della sua persona. Gesù è “figlio di Davide”, ma anche suo “Signore”: come può un figlio essere Signore del proprio padre? La Pasqua ci mostra Gesù per quello che è: vero uomo e vero Dio, vincitore anche sulla morte, per lui e per noi. Per questo Paolo non ha paura di soffrire o di morire per Gesù, perché lo ha riconosciuto per quello che è e sa di potersi fidare di lui. Per tanti fratelli e sorelle in umanità, Gesù è stato un grande uomo, come altri grandi uomini e donne della storia. Chi è invece Gesù per me? So affidarmi alla più grande speranza della sua Pasqua?
Buona domenica… dal Camerun! don Alberto