La lettura del libro dell’Esodo oggi ci racconta della seconda volta in cui Mosè deve salire sul monte Sinai per ricevere i comandamenti che Dio offre al suo popolo, come segnali indicatori per non perdersi nel cammino della vita.

La prima volta, infatti, dopo averli ricevuti ed essere sceso dal monte, Mosè distrugge le due tavole, perché il popolo – al posto di prepararsi a riceverle – aveva già tradito Dio, fabbricandosi e adorando un idolo al suo posto: il vitello d’oro.

Ma anche questo, non è bastato: c’è voluta una seconda Alleanza, quella in cui il mediatore non fosse più Mosè – un semplice uomo come noi – ma Gesù, il Figlio stesso del Padre, che ha offerto la sua vita per noi appeso sulla croce in cima alla collina del Golgota.

Questa seconda o nuova Alleanza è “fondata su migliori promesse” ci ha ricordato san Paolo: e cioè, non solo sul nostro impegno, il nostro sforzo, le nostre capacità – che sono sempre fragili e limitate -, ma sulla forza di Dio, il dono dello Spirito Santo, da mettere sempre insieme alla piccolezza di ciò che siamo capaci di offrire anche noi.

Ecco allora uno dei motivi per cui, il Signore Gesù, attraverso la sua Chiesa, ci invita ad incontrarlo spesso, ogni domenica, insieme agli altri suoi amici, così che l’Eucarestia domenicale sia il nostro Sinai, o meglio, il suo Golgota, sul quale fare la fatica di salirci e discendere più volte, per poter ripartire ogni volta daccapo dopo aver tradito e per poter riprendere il cammino, non dimenticandoci mai di mettere insieme la grazia di Dio al nostro impegno quotidiano.

Buona domenica! don Alberto