Parrocchie S. Ilario in Marnate e S. Maria Nascente in Nizzolina
Prima domenica di Quaresima, 21.2.2021
in S. Ilario, dalle 20.45 alle 21.30
Adorazione eucaristica personale
Posso chiedervi di condividere lo strazio dell’impotenza?
Vorrei dare voce allo strazio dell’impotenza. Vorrei dare voce anche a tutti i genitori, gli educatori, gli insegnanti che percepiscono questo momento come una emergenza spirituale ed educativa e si rendono conto che non sono a portata di mano rimedi e soluzioni immediate. Vorrei dare voce a ragazzi e ragazze che sono sconvolti dall’isolamento, dai comportamenti incomprensibili e violenti fino alla morte di coetanei ai quali sono affezionati e si sentono in colpa per non aver capito, per non aver detto, per non aver fatto abbastanza. Vorrei che questa voce arrivasse alle istituzioni e che l’alleanza tra le istituzioni si rivelasse con maggior evidenza e incisività. Uomini e donne delle istituzioni certo condividono con me strazio e frustrazioni, insieme con impegno e passione educativa. Constatare inadeguatezza di risorse, esiti fallimentari, scelte sbagliate non può essere un motivo di paralisi, ma una provocazione a più incisiva dedicazione e una più corale concentrazione sulle priorità educative. Abbiamo suggerito parole e tempi per pregare; abbiamo insegnato la bellezza e la dignità di ogni persona; abbiamo parlato della vita come di una vocazione a mettere a frutto i talenti di ciascuno per il bene di tutti; abbiamo seminato parole di pace; abbiamo cura degli ambienti perché siano belli, ordinati, accoglienti. Riconosciamo la nostra impotenza: molti ragazzi e ragazze invece della concordia amano l’aggressione e la violenza verso gli altri e verso se stessi; ci sono ragazzi e ragazze che si negano ai rapporti, evitano ogni responsabilità; ci sono ragazzi e ragazze che passano il tempo a sporcare la città, a rovinare il pianeta e se stessi; ci sono ragazzi e ragazze che si sentono brutti, inadatti alla vita, disperati e non sanno pregare.
Brucia dover constatare la mia, la nostra impotenza. In questo momento non ho niente da rimproverare a nessuno, non ho niente da insegnare. Verrà il momento per discorsi più ragionati, per proposte e impegno: la Chiesa c’è, ci sarà, per tutti. Ma in questo momento porto davanti al Signore questi sentimenti, con la certezza che il Signore continua ad amare ciascuno, manda il suo Spirito a seminare consolazione, coraggio, sapienza. Per questo domenica 21 febbraio pregherò con questa intenzione dalle 20,45 nel santuario di San Pietro in Seveso. Vorrei sentire che siamo in tanti in ogni parte della diocesi a pregare in quella sera di inizio Quaresima. Tanti: genitori, adolescenti e giovani appassionati del bene e avvertiti del male che insidia e rovina anche i loro coetanei. Tanti: preti, persone consacrate, insegnanti, educatori, tutti coloro che condividono lo strazio dell’impotenza e continuano a gridare verso Dio. Ogni chiesa, ogni santuario, ogni convento, ogni monastero, può essere aperto, in questo stesso orario, per un tempo di preghiera. “Ascolta la voce della mia supplica, quando a te grido aiuto, quando alzo le mie mani verso il tuo santo tempio” (salmo 28,2).
+Mario De/pini, Arcivescovo
Papa Francesco, in occasione del discorso al Corpo Diplomatico presso la Santa Sede (lunedì 8 febbraio scorso), si è soffermato sulla crisi dei rapporti umani, quale espressione di una generale crisi antropologica: “Assistiamo a una sorta di “catastrofe educativa”. Vorrei ripeterlo: assistiamo a una sorta di “catastrofe educativa”, davanti alla quale non si può rimanere inerti, per il bene delle future generazioni e dell’intera società. «Oggi c’è bisogno di una rinnovata stagione di impegno educativo, che coinvolga tutte le componenti della società», poiché l’educazione è «il naturale antidoto alla cultura individualistica, che a volte degenera in vero e proprio culto dell’io e nel primato dell’indifferenza. Il nostro futuro non può essere la divisione, l’impoverimento delle facoltà di pensiero e d’immaginazione, di ascolto, di dialogo e di mutua comprensione»”.
Dal Salmo 28
1 lo grido a te, o Signore; Rocca mia, non essere sordo alla mia voce, perché, se non mi rispondi, io sarò simile a quelli che scendono nella tomba.
2 Ascolta la voce delle mie suppliche quando grido a te, quando alzo le mani verso la tua santa dimora. 3 Non trascinarmi via con gli empi e con i malfattori, i quali parlano di pace con il prossimo, ma hanno la malizia nel cuore.
4 Ripagali secondo le loro opere, secondo la malvagità delle loro azioni; retribuiscili secondo l’opera delle loro mani; da’ loro ciò che si meritano.
5 Poiché essi non considerano le azioni del Signore, né l’opera delle sue mani, egli li abbatterà e non li rialzerà.
6 Benedetto sia il Signore, poiché ha udito la voce delle mie suppliche.
7 Il Signore è la mia forza e il mio scudo; in lui s’è confidato il mio cuore, e sono stato soccorso; perciò il mio cuore esulta, e io lo celebrerò con il mio canto.
8 Il Signore è la forza del suo popolo; egli è un baluardo di salvezza per il suo unto.
9 Salva il tuo popolo e benedici la tua eredità; pascili e sostienili in eterno!