I discepoli di Gesù, i cristiani, sono ORIGINALI: ce lo ricorda il nostro vescovo Mario nella sua proposta pastorale di quest’anno, facendo risuonare la famosa frase di Carlo Acutis per cui “tutti nascono come ORIGINALI, ma molti muoiono come fotocopie”.

L’originalità del cristiano non è quella di fare di testa propria, andando contro tutto o contro tutti, oppure quella di mettere in piedi delle stramberie; è, invece, quella di assomigliare a Gesù, che con la sua vita ci riporta al senso e all’origine del sogno di Dio quando ci ha voluti e creati: essere figli che si affidano al Padre e, di conseguenza, riconoscersi fratelli e sorelle che si sostengono a vicenda nel cammino della vita.

Giovanni Battista non era discepolo di Gesù, ma ha preparato e aperto la strada a Gesù e a chi ha cominciato a seguirlo.

Anche Giovanni era originale a suo modo – come leggiamo nel vangelo di oggi – e così è servito come stimolo alla conversione del popolo di Israele; e, in carcere, alla fine della sua vita, rimane anche lui sconcertato dall’originalità dello stile di vita con cui Gesù sceglie di essere Messia.

A chi va da lui e si lascia toccare dal suo appello alla conversione, chiedendogli: “Che cosa dobbiamo fare?”, Giovanni risponde innanzitutto di non accontentarsi di proclamare “Abbiamo Abramo per padre”, ma di “fare frutti degni della conversione”: non accontentarti delle parole, produci invece azioni concrete di bene e di giustizia, come ha fatto Abramo di cui ti consideri figlio. Ancora, Giovanni suggerisce: “Chi ha due tuniche ne dia una a chi non ne ha e chi ha da mangiare, faccia altrettanto”: non servono gesti straordinari, serve invece fare il bene nelle cose quotidiane e nelle relazioni di ogni giorno.

Infine, Giovanni rimanda al dono dello Spirito Santo che solo Gesù può donare come forza di Dio da invocare e mettere insieme al nostro impegno personale.     Buon cammino di Avvento! don Alberto